Il titolo della newsletter deve descrivere fedelmente i temi trattati al suo interno.

Introduzione

Quando ci si approccia per la prima volta al mondo dell'Email Marketing è facile commettere errori legati al desiderio di tradurre immediatamente l'invio delle proprie newsletter in un aumento delle visite sul proprio portale, delle vendite o delle richieste di contatto.

Le comunicazioni promozionali inviate via posta elettronica sono uno strumento molto efficace quando si tratta di spronare il proprio pubblico di riferimento a compiere una determinata azione o ad interessarsi ad una nuova iniziativa. Tuttavia, per produrre i risultati attesi, l'Email Marketing richiede di lavorare direttamente sulla relazione con la propria utenza, al fine di instaurare un rapporto di fiducia. È evidente che il primo, fondamentale requisito da rispettare riguarda l'adozione di una politica onesta e trasparente, che in nessun caso preveda il tentativo di attirare l'attenzione degli utenti con l'inganno.

La scelta dell'oggetto della newsletter è uno dei passaggi a cui occorre prestare maggiore attenzione da questo punto di vista.

Molti utenti selezionano i messaggi di posta elettronica ricevuti proprio sulla base di questo elemento, pertanto riuscire ad ideare un oggetto interessante e in grado di stimolare la curiosità dei destinatari equivale ad aumentare molto le chance di ottenere un buon Open Rate (tasso di apertura).

Un oggetto funziona quando riassume in modo sintetico e fedele i contenuti della newsletter, aggiungendo elementi che spronino i lettori all'apertura dei messaggi come, ad esempio, un riferimento diretto ai benefici a cui si avrà accesso.

Viceversa, scegliere di optare per un oggetto poco o affatto coerente con il tema o le proposte presenti all'interno della newsletter, con il solo intento di guadagnare qualche click e apertura in più, rappresenta una delle tattiche più deleterie tra quelle utilizzate nell'ambito dell'Email Marketing.

 

I pericoli di un oggetto non in linea con i contenuti

Indipendentemente dal fatto che lo si faccia volontariamente o meno, scegliere un oggetto che non rappresenta i reali contenuti di una newsletter e che magari fa anche ricorso a formule, termini e simboli tipici delle email di spam è sempre un errore.

Le ragione principali sono tre:

  • se aprendo la newsletter il destinatario si imbatte in contenuti completamente diversi da quelli attesi, è molto probabile che scelga di non proseguirne la lettura e di cestinarla immediatamente. In sostanza, anche se un oggetto molto intrigante può essere fonte di un numero maggiore di email aperte, va comunque detto che molto probabilmente nessuna di esse porterà ad una vera conversione, ovvero al raggiungimento dell'obiettivo prestabilito.

  • ricevere una newsletter che non mantiene le promesse fatte nell'oggetto e che suggerisce ai destinatari l'idea di essere stati raggirati può rivelarsi un vero e proprio boomerang, andando a danneggiare l'immagine e la reputazione di un brand agli occhi del pubblico. In più, questo tipo di approccio aumenta le possibilità che gli utenti scelgano di segnalare il messaggio ricevuto come spam. In questo caso, il danno è diretto, perché quando un ip viene inserito all'interno di una blacklist, automaticamente i filtri antispam iniziano a cestinare tutti i messaggi provenienti da quel mittente.

  • se nell'oggetto sono presenti termini a cui è associato un elevato “spam score” (ovvero “punteggio di spam”) come “gratis”, “risparmia”, “guadagna”, la newsletter rischia di essere bloccata dai filtri antispam delle caselle di posta elettronica dei destinatari e confinata nella cartella spam. Il ricorso a queste tecniche, rispetto al passato, non garantisce più alcun vantaggio: gli utenti sanno riconoscere le email sospette e le evitano, consapevoli dei rischi che l'apertura di un messaggio malevolo può comportare.

 

Come verificare la qualità dell'oggetto scelto

L'ostacolo rappresentato dai filtri antispam è il principale inconveniente in cui si può incappare scegliendo un oggetto di scarsa qualità.

Una buona soluzione per verificare se la newsletter creata è in grado di superare indenne i blocchi antispam dei client di posta consiste nel procedere ad una serie di invii di prova verso caselle di posta elettronica registrate a proprio nome, presso i principali servizi di posta (Gmail, Outlook, Yahoo, Virgilio, Libero).

Con OpenDEM, il pratico tool online per realizzare e inviare newsletter, effettuare un invio di prova è semplice e conveniente. Dopo aver creato un'apposita lista contenente gli indirizzi email di test, si potrà scegliere di utilizzarla per verificare che le newsletter vengano ricevute e visualizzate correttamente da tutti i client e, solo successivamente, distribuirle presso i veri contatti.

OpenDEM permette di archiviare tutti i messaggi creati, sia quelli già spediti che quelli ancora in attesa di invio, e di riutilizzarli tutte le volte che si desidera, apportandovi modifiche o meno.

In conclusione, la raccomandazione più importante rimane quella di ragionare sullo stile e sui contenuti dell'oggetto mettendosi sempre nei panni degli utenti e immaginando quali formule potrebbero risultare utili e interessanti e quali invece risultare invadenti e sgradite.